GAME REPUBLIC, COME UNA VOLTA



Sono passati quasi 15 anni da quando iniziai a lavorare in redazione, cominciando di fatto la mia avventura professionale nel mondo dei videogiochi. Ero un bambino e ricordo come fosse ora, il momento di scegliere la mia iconcina da inserire su Game Republic, nella pagina del team. Ognuno aveva la sua e quel momento lì era quello in cui, ufficialmente, si entrava a far parte del magazine più fico dell'epoca che era sempre un passo avanti e tirava fuori mese dopo mese, esclusive allucinanti su giochi mai visti e copertine una meglio dell'altra.
Ho scelto il piedone, venendo dal calcio. E il piedone è rimasto fino a uno dei tanti restyling fatti negli anni che hanno cambiato la rivista più e più volte, dove ho firmato una marea di articoli che ricordo con affetto e che magari, quando avrò tempo, porterò qui sul blog. Nel 2006 l'ultimo articolo, prima di spostarmi a Varese in Leader saltando la barricata e continuando a lavorare con quelle persone che fino a poco tempo prima erano i miei colleghi. Non ricordo onestamente quante cover ho preso per i miei prodotti: sicuramente una di No More Heroes, prima che passasse in Atari. E Unreal, se non sono completamente stordito. GR del resto, come dicevo, era il posto dove fare gli annunci per un publisher, non quello che dava la prima per una review. E così è sempre stato, negli anni, fino alla chiusura di qualche tempo fa, con un editore che è cambiato svariate volte, alle prese con milioni di beghe legali dopo l'estinzione di Play Press, che non ha creduto più nel gaming visti anche i numeri a ribasso anno dopo anno. Nel periodo d'oro si vendevano anche 30.000 copie con un tirato doppio (fu clamoroso un numero con Final Fantasy mi pare). Oggi la carta è solo un compendio del web purtroppo ma si tratta di un compendio che per me, a certe condizioni, può ancora avere la sua dimensione. Di tornare a scrivere su Game Republic mi era stato già proposto svariate volte in passato ma per una serie di motivi non avevo mai accettato. Questa volta, si. Ci sarà un editoriale ogni mese, in cui parlerò di sviluppo e di quello che oggi è il mio lavoro. Fa sorridere pensare che il numero in uscita, contenga una riflessione scritta prima di cedere le mie quote di STC, tanto per rimarcare come questo mondo sia super dinamico e come internet, da questo punto di vista, è e resterà inavvicinabile. Anyway, il motivo di questa scelta, è molto semplice: ne avevo voglia, mi piaceva l'idea, oggi. Non c'entro niente con la redazione, con il team, con tutto il resto. Semplicemente scrivo quello che mi va, come mi va. Per toccarlo poi con mano, di nuovo, come una volta. In edicola.

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