[PC REVIEW] THE WASTE LAND



Lo sviluppo indipendente è una puttanata. Gli sviluppatori indipendenti, non esistono. L'indipendenza è un concetto romantico, nato insieme ai videogiochi e risalente ad un'altra epoca. I pionieri del codice, sperimentavano nelle loro case, senza fini commerciali di nessun tipo, senza fare conti, senza pensare a lungo termine.
Intorno al garage gaming è nata un'industria intera che oggi, millemila anni dopo, celebra il ritorno di quelle produzioni teoricamente non vincolate a discorsi di vendita fatti a monte, al business, ai soldi. Puttante, ovviamente, perchè l'indipendenza muore con il primo Euro speso pensando ad un eventuale rientro prima ancora che con i rientri veri e propri. Esistono ancora delle eccezioni però, nonostante il cambio radicale di scenario arrivato con il passare degli anni. Esiste ancora chi sviluppa per un prurito, così come scrive per un prurito. O per piacere, se preferite. Come nel caso di Michele Caletti, uno della vecchia guardia di Milestone, che ormai 5 anni fa ha deciso di mettere in piedi un progetto completamente homemade, da portare avanti tra un MotoGP e un WRC, i racing sviluppati a Milano dallo studio dell'ormai estinta Leader. L'ispirazione arriva dall'omonimo romanzo di Thomas Eliot, uno dei modernisti più famosi insieme a James Joyce, Ezra Pound e Virginia Woolf, che in condizioni normali asciugherebbe le balle di qualsiasi essere umano ma si sa, le vie del design sono infinite ed eccoci quindi con un gioco vero per le mani, che strizza l'occhio a capolavori NES come Castlevania e Metroid. Un omaggio all'epoca 8-bit quindi che brilla comunque di luce propria e offre tanti spunti di livello, con ben 15 ore di giocato, 7 continenti differenti e completamente esplorabili e boss cazzuti come quelli di una volta.


L'avventura nei panni di King Zyron III rappresenta in un certo senso un viaggio verso la redenzione, lungo un percorso caratterizzato, a livello di gameplay, dalla possibilità di migliorare le abilità del protagonista, di utilizzare diversi tipi di armi (spade ed archi) e di interagire con una miriade di interessanti personaggi e creature. Menzione d'onore per i boss di cui sopra: giganteschi, incazzati, difficili da buttare giù (si passa dal lumacone huge al calabrone megalitico e via così). A proposito di difficoltà: tutto è ben bilanciato e in ogni caso con lo switch da menù si può ovviare a situazioni a tratti fin troppo ingarbugliate, difficilmente gestibili con la tastiera (consigliato il pad anche se quello Xbox One sembra dare problemi di compatibilità ad oggi limitando la scelta a quello 360). Tra le chicche: ciclo giorno notte e dialoghi pieni di citazioni nascoste, oltre a un bel po' di Achievement impegnativi, Trading Cards e supporto Cloud per Steam, dove trovate il gioco in vendita a meno di 8€, ormai da oltre un anno. Problemi? Di polishing, qui e lì. Niente di drammatico, anzi. Per questo prezzo, con questa qualità, che altro volevate? Si narra esista gente in giro alleggerita di 160€ causa Destiny. Fate vobis. Anche in Limited Edition boxata se può interessare (a 25€).

VOTO 8/10

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