DI DRAGHI D'ORO E GIOCHI ITALIANI



Il 9 marzo arriva la nuova edizione de Il Drago D'oro, premio italiano dedicato ai videogiochi organizzato da AESVI ed arrivato alla quarta edizione. Ne avevo scritto più volte negli anni passati, complice il restyling del blog per cui molte cose non erano ancora state rimesse up e gli annunci di ieri, un paio di ragionamenti li faccio volentieri.
Come avevo scritto nel 2012, quando ancora il premio non era a Roma e si trattava di un evento pilota molto più contenuto, ovviamente una manifestazione del genere, serviva. Il piano del resto era quello di mettere in piedi tutta una serie di cose che dessero spessore a un'industria in fermento e quindi ecco la combo Games Week e relativi award pensata per l'occasione. La perplessità che avevo all'epoca e che ho ancora oggi, sollevata un paio di volte con altri soci AESVI, era relativa al nome del premio: Drago D'Oro fuori non vuol dire niente e un award idealmente riconoscibile all'estero per me sarebbe dovuto essere un brand riconoscibile anche fuori. Le altre erano legate a diverse dinamiche poi cambiate negli anni di cui non sto a parlare. Oggi arriviamo a una serata che dopo due show di livello al MAXXI cambia location ma ripropone la formula delle ultime tre edizioni. La novità di questo trittico, ovviamente, è stata l'introduzione della statuetta (che poi non è una statuetta) per videogiochi Italia only. Due anni fa ha vinto Lupo Solitario, lo scorso anno Murasaki, 'sto giro i candidati sono In Verbis Virtus, RIDE, The Body Changer e Venti Mesi. Oltre al mio NERO, in nomination in tutte le categorie. Il meccanismo che porta la giuria a tirare fuori dei nomi, si basa sulla submission del prodotto da parte degli studi. Questa secondo me è un'altra problematica da smarcare anche perchè in teoria, i giurati dovrebbero conoscere tutta una serie di prodotti che (alcuni) evidentemente non conoscono (vuoi per la natura delle testate coinvolte, vuoi per le piattaforme di riferimento a casa e via dicendo). Personalmente poi, credo che il riconoscimento debba andare più alla produzione che al gioco, visto lo stato in cui versa il development qui da noi. Ma anche questa è una considerazione personale. In questa ottica, per esempio, non vedere Blockstorm tra i candidati (173.000 copie su Steam) o anche Albedo (45.000 e sviluppato da una sola persona in pratica) è delittuoso, con tutto il rispetto per The Body Changer (che non avevo ancora giocato) e Venti Mesi degli amici di We Are Musli (che sono dei geni e che adoro soprattutto perchè parlano poco e tirano fuori cose uniche ogni volta).


Certo, considerando che nell'anno di Lupo Solitario (che per carità tanta roba), Assetto Corsa ha vinto una misera eccellenza tecnica, quando già all'epoca avrebbe tranquillamente sfracellato tutti in una qualsiasi categoria internazionale, c'è poco da dire. Del resto che sia un rivale di Gran Turismo o Forza, ce lo hanno dovuto dire dall'estero ora che è in arrivo su console. Aggiungo poi Hyperdrive Massacre paradossalmente fuori dalla corsa per Miglior Game Design, quando lo scorso anno ha vinto In Space We Brawl (avevo pensato solo alla release One, ma si tratta di 2015 anche in questo caso, come ricordava il Fossetti giustamente). Parlando poi di produzione, è ovvio che in un certo senso dovrebbe essere sempre premiata Milestone ma pure in questo caso, c'è addirittura chi domanda ancora (parlo di pseudogiornalisti) se sia uno studio vero. Al netto di questo, comunque, sempre di un premio si tratta e quindi, oh, tornando a NERO, poker di candidature in altrettante categorie. Fa un po' sorridere pensare che un gioco con evidenti problemi tecnici (a detta di molti giornalisti e oggettivamente presenti come non abbiamo mai nascosto) sia stato candidato pure nella categoria Migliore Realizzazione Tecnica (da parte di quei giornalisti che sostanzialmente stanno ribaltando le cose dette in review da loro stessi e svariati colleghi e tacitamente dicendo che non c'è nulla di tecnicamente migliore in giro. Funny). Detto ciò, in ogni caso, credo che NERO per tutti le considerazioni appena fatte, per il percorso intrapreso, i risultati ottenuti, le vendite e tutto il resto, debba essere GOTY Italy senza troppi problemi. Ma qui non si sa mai (dopo questo post poi...). Anche lato Miglior Realizzazione Artistica, niente competizione onestamente, il lavoro fatto da questo punto di vista è semplicemente troppo superiore al resto. Per me visti i titoli in ballo poi, design per In Verbis Virtus (per la questione voce) e Blockstorm per il discorso tech (considerando l'infrastruttura dietro il prodotto). Intanto vi dico il vincitore dell'anno prossimo: The Town of Light (pure se dovrebbe essere Redout).

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