[SERIE REVIEW] PEAKY BLINDERS (S.1-4)



Le serie dedicate alla mala, agli antieroi, ai criminali che diventano protagonisti e per cui finisci anche per fare il tifo, sono ormai tantissime. Qui da noi è iniziata con Romanzo Criminale, che poi non parlava di una famiglia ma quasi. Poi è arrivato Gomorra. E poi c'è l'Inghilterra degli anni '20.
Peaky Blinders è la versione british delle serie di cui sopra, se vogliamo. La versione molto british per essere precisi. Sullo sfondo, una orripilante Birmingham del 1920: un posto maledetto, lontano dalla Londra bene e in mano alle bande di balordi decisi a monopolizzare tutti gli affari loschi dell''epoca. Ed ecco quindi arrivare i Peaky Blinders, la famiglia Shelby. Zingari ripuliti con le mani in pasta in diversi traffici, un pub irlandese e un giro di scommesse clandestine da controllare. A capo della famiglia però, non c'è uno qualsiasi ma Tommy Shelby (Cillian Murphy), un ex soldato britannico decorato, deciso ad affrontare una scalata ambiziosa tra i ranghi della malavita. Una scalata tanto ambiziosa da traghettare, nelle 4 stagioni da 10 episodi di un'ora circa, tutti gli Shelby dai sobborghi della cittadina fino ai salotti più importanti del paese. Senza spoilerare, è difficile girare intorno alle vicende narrate nelle diverse serie, ma in generale quel che si può siicuramente confermare è che Peaky Blinders è veramente tanta tanta roba. Parte piano, come dovrebbe sempre essere, cresce con la seconda, diventa bellissima con la terza, termina magnificamente con la quarta. Un crescendo di colpi di scena, intrighi, storie e personaggi perfettamente bilanciato che va ben oltre la componente action, le sparatorie, il sangue. C'è la storia, c'è l'amore, ci sono cospirazioni e politica. Non manca niente. E soprattutto ci sono una paccata di attori incredibili che sfoggiano performance veramente super. Cillian Murphy reggerebbe da solo tutto quanto sin dal principio, nella sua lotta contro l'agente speciale Campbell (Sam Neill), per esempio.


Ma la famiglia è anche Arthur (Paul Anderson), John (Joe Cole), Polly (Hellen McCrory) e molti altri, più o meno coinvolti lungo il cammino verso il potere. Poi c'è Tom Hardy, che tira fuori l'interpretazione di un delinquente ebreo londinese da applausi ma anche un super Adrien Brody che va a chiudere il poker di stagioni tirando fuori un mafioso inquietante ai livelli de Il Padrino e forse anche oltre. Tanta, tantissima carne al fuoco e colpi di scena magistralmente spalmati con un ritmo perfetto in un prodotto targato Netflix (ma in origine BBC) che non mi aspettavo assolutamente di questo livello. La buona notizia è che gli Shelby torneranno in azione nel 2018 con l'autore Steven Knight che pur non essendosi sbottonato ancora in nessun modo sul loro futuro, ha lasciato intendere che ci sarà una svolta inaspettata che potrebbe rivoluzionare tutto ciò che si è visto finora. Svolta plausibile considerando lo spettacolare epilogo dell'ultima puntata che ha scatenato un hype di proporzioni cosmiche come pochi altri, in tempi recenti. Bellissimo. Consigliatissimo. Correte alla TV.

VOTO 9/10

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