PLANETSIDE CHIUDE DOPO 12 ANNI. CON UNA PIOGGIA DI METEORITI



Era il maggio del 2003 e il mondo dei videogiochi era un momentino diverso da quello che è oggi, specialmente se parliamo di online. Gli appassionati di MMO non erano ancora stati traviati per sempre da World of Warcraft e in redazione io seguivo Net Republic sulla rivista più bella di ogni tempo.
Ogni mese c'era da scovare qualcosina di succoso per riempire le pagine della rubrica ma le release tuttavia non mancavano mai. E proprio in quel maggio del 2003 venne alla luce uno dei prodotti forse più sottovalutati di sempre che aveva un grandissimo problema di fondo, tipo il Dreamcast: era troppo avanti. Era troppo avanti per una serie di motivi, c'è poco da dire. Sony aveva tirato fuori dal cilindro un mondo vivo e pulsante, diverso dal solito fantasy classico e che proponeva un gameplay da FPS in un universo persistente credibile, popolato da diverse fazioni in lotta. Tra specializzazioni mai viste prima, possibilità di utilizzare veicoli e battaglie tra centinaia di giocatori, l'offerta di PlanetSide era diversa da tutto quello visto fino a quel momento, tanto da diventare un benchmark per una fetta di giocatori che hanno portato avanti il brand regalandogli un buon successo, fino ad arrivare a un sequel uscito nel 2013 che ha raccolto l'eredità dell'originale. Originale che proprio in questi giorni, dopo 12 lunghi anni di onorato servizio, ha visto la chiusura dei server. E qui arriva la parte interessante perchè piuttosto che porre fine a tutto in maniera completamente asettica, Sony ha simulato una specie di fine del mondo con tanto di pioggia di meteoriti e apocalisse finale, con un ultimo commosso saluto dei giocatori in una serata da ricordare.



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