AMIGA MIA (N.8): ZAK MCRACKEN AND THE ALIEN MINDBENDERS



David Fox, Ron Gilbert, lo SCUMM e i bei tempi andati. Parlare di Zak McCracken è sempre un piacere perchè si tratta, semplicemente, di una delle migliori avventure grafiche di ogni tempo. Quando ancora Lucas Arts sfornava capolavori in sequenza e i bambini come me imparavano ad amare un mondo ancora sconosciuto come quello dei videogiochi.
Parliamo di un'avventura surreale e comica, incentrata su enigmi concepiti sull'utilizzo di oggetti (folli, generalmente) e su un'atmosfera unica che ha poi costituito il marchio di fabbrica di tutte le produzioni Lucas per molto tempo. Le ambientazioni esplorabili sono tantissime e la possibilità di visitarle tutte imbattendosi in rompicapo da risolvere senza un ordine predefinito, ha fatto di Zak un titolo ai limiti del mitologico, considerati i tempi. Per spostarsi erano necessari soldi. Finendo i soldi, si incappava di fatto in un game over vero e proprio, come era già accaduto in Maniac Mansion. Ciò che 20 e passa anni fa poteva sembrare rivoluzionario (perchè lo era), costituisce invece oggi un elemento di frustrazione (probabilmente) per le nuove leve abituate ai binari e ai tour guidati. Zak da questo punto di vista era spietato, come molti rappresentati del genere in quel periodo. Tecnicamente ok, il buon Zak vanta anche un sequel non ufficiale chiamato Zak McKracken Between Time and Space scaricabile a questo link. Peccato che negli anni nessuno abbia pensato di rispolverare questo intramontabile pezzo di storia del 1988.

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