[XBOX ONE REVIEW] TOMB RAIDER: DEFINITIVE EDITION



Un nuova avventura per la vecchia Lara, che sembra non invecchiare mai. In Tomb Raider: Definitive Edition affrontiamo un nemico un po’ particolare, un’entità dai poteri magici e paranormali, un’antica regina giapponese che faceva il bello e il cattivo tempo (letteralmente) a suo piacimento ed apparentemente continua a regnare dal regno dei morti. Lara e l’equipaggio dell’Endurance fanno rotta verso un’isola maledetta per indagare a fondo sul mito di Himiko, la regina del sole, ma una misteriosa ed inaspettata tempesta fa naufragare la nave.
I superstiti vanno in esplorazione sperando di andarsene il più in fretta possibile, ma gli incredibili fenomeni climatici, e gli inquietanti e spietati abitanti dell’isola rendono l’impresa quasi impossibile. Il tutorial iniziale è ben strutturato e graficamente impressionante; i movimenti di Lara appaiono subito fluidi e realistici, l’ambientazione è macabra e d’effetto. Subito si percepisce una presenza oscura ed è evidente che Lara dovrà affrontare esperienze estreme per sopravvivere. Infatti, tra salti quasi mortali, pareti verticali da scalare, relitti da esplorare, corde sospese sul nulla dove arrampicarsi e misteriosi soldati armati fino ai denti da eliminare per avere salva la vita, dovrà riuscire a lanciare un SOS dalla cima altissima di una torre, aiutare gli altri superstiti ad aggiustare una barca dopo il mortale schianto dell’aereo dei soccorsi, salvare la sua amica Sam e scoprire la verità sul mito (mito?) di Himiko. La mappa di gioco è intuitiva e chiara, anche se una volta arrivati nelle varie aree, la struttura degli ambienti, costruiti su moltissimi piani diversi, rende arduo l’orientamento. Alcuni scontri a fuoco sono davvero impegnativi e la ricerca di nuovi materiali per il potenziamento delle armi a disposizione (un arco inaspettatamente utilissimo, la classica pistola, un fucile a pompa, la fedele piccozza…) diventa una questione di vita o di morte.



L’upgrade delle armi e l’assegnazione dei punti abilità avviene solo negli accampamenti, alcuni dei quali permettono di spostarsi velocemente grazie all'opzione viaggio rapido. Sono molti anche i rompicapo da risolvere per ottenere tesori e razziare antiche tombe nascoste, alcuni davvero challenging, che regalano non poche soddisfazioni. In parallelo con la corsa per la vita, la storia dell’antica civiltà giapponese, che Lara apprende grazie a reliquie e documenti disseminati per la mappa di gioco. Un’altra storia, che si intreccerà con gli avvenimenti sull’isola, riguarda i passeggeri dell’Endurance e i loro rapporti personali, raccontati tramite pagine di diario o brevi video. Lato gameplay, bug quasi assenti ma, forse, troppe scene guidate poco soddisfacenti quando sono fondamentali per il proseguimento dell’avventura. Non proprio dei QTE veri e propri tuttavia ma scene un po' più elaborate che vanno oltre la pressione del tasto per intenderci. In generale, Tomb Raider regala esattamente le emozioni che ci si aspetta da un degno capitolo della saga: è visivamente appagante e molto coinvolgente, anche per chi non amasse seguire le trame secondarie con troppa attenzione. Multiplayer accessorio ma non particolarmente coinvolgente: una gradevole aggiunta con qualche modalità interessante, ad un'avventura interamente incentrata sulla campagna principale. Recensione fatta con comodo ovviamente, approfittando del download gratuito su Xbox Live per gli utenti Gold invece dei canonici 30€ (in scadenza il 15 ottobre per lasciare spazio a The Walking Dead), preparando quindi il terreno per il magnifico (quasi certamente) magnifico Rise of the Tomb Raider, in arrivo.

VOTO 8/10

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