Questo si rifletteva anche nella cinematografia di quel periodo: l’esempio più classico che si fa in questi casi è l'ambientazione asettica di 2001 Odissea nello Spazio, con l'uomo deciso ad esplorare il cosmo, non per necessità , ma per ampliare la propria conoscenza e per portarsi ad un livello superiore di percezione della vita. Lo sviluppo è il motore che spinge il genere umano ad un automiglioramento e l’idea positivista della tecnologia ne è lo specchio. Nella visione di Dick tutto questo non c’è: il genere umano cerca arrancante di sopravvivere alla tecnologia che ha inesorabilmente distrutto tutto quello era stato faticosamente costruito, dopo la guerra nucleare che non ha mai avuto un vincitore e ha decimato la popolazione mondiale (nel libro viene detto che nessuno ricorda più chi ha vinto). La Terra rimasta sommersa da una sottile polvere radioattiva e dalla palta che si insinua tra le persone contaminando tutto quello che trova e che finisce per condannare l’uomo ad una lenta morte, precorsa dalla sterilità . Le persone vengono classificate: da un lato vi sono i normali che sono invitati a lasciare il pianeta per migrare verso le colonie extramondo e gli speciali quelli che sono stati contaminati e che sono ormai destinati ad un lento degrado del cervello. La tecnologia è fulcro della decadenza umana e il suo simulacro sono gli androidi, i sintetici, che nel libro sono visti come freddi calcolatori. L’uomo si sostituisce a Dio, ma finisce per perdere la propria identità . Gli esseri umani sono schiavi del modulatore di umore, una sorta di primordiale computer (al tempo non esisteva l’idea di calcolatore come lo intendiamo noi), che regola i sentimenti di chi ne fa uso.
Viene rappresentata una società oppressa da una televisione, incessante, rumorosa con un solo programma che va in onda 24 ore su 24 e sempre in diretta, come se il rumore che generasse andasse a coprire il silenzio delle città deserte. La visione pessimistica non risparmia nemmeno la religione: il Mercerianesimo è l’unica cosa simile ad un credo rimasto sulla terra, tutti si collegano ad una scatola empatica e condividono l’esperienza di Mercer, che alla fine si rivelerà un messia inesistente prodotto dai un uomo, un attore. La tematica principale del libro è l’empatia, cosa che inizialmente differenzia l’uomo dai sintetici. Avanti nel libro però questo limite si assottiglia sempre di più rendendo tutto confuso. Si mette in discussione il concetto di quello che è umano e quello che è artificiale e l’unico barlume di umanità rimane proprio negli speciali che non hanno paura di provare emozioni o di ascoltare il silenzio. Tutto questo è veicolato attraverso il protagonista, Deckard, un poliziotto che verrà incaricato di trovare degli androidi fuggiti da una colonia extramondo e rifugiatisi illegalmente sulla terra. Deckard è lo specchio della società , la sua ispirazione massima è quella di avere un animale vero da accudire, a costo di dover risparmiare per tutta la vita. I sogni di Deckard si fondono con i sogni degli androidi tanto da pensare di essere lui stesso un androide. Le similitudini con molti temi tipici del cyberpunk sono evidenti, di sicuro il concetto alla base è lo stesso.
Immagino tu stia parlando di "Do Androids Dream of Electric Sheep?", poiche' questo e' il libro da cui e' tratto Blade Runner.
RispondiEliminaQuella postata è la cover del libro. DarkWindu lo aveva messo of course, ma la traduzione mi ha sempre dato fastidio e l'ho segata.D
RispondiEliminaMi seghi il titolo...xD comunque meglio di "Cacciatore di androidi"
RispondiEliminaUltimamente ho riletto "Ubik" e "scorrete lacrime disse il poliziotto" per me Dick era veramente posseduto. Un genio assoluto. Comunque albe devo passarti il libro sceneggiato da radio Rai con le musiche di Vangelis e i doppiatori del film cosi lo pubblichi. Una chicca dolcissima