[XBOX ONE REVIEW] IMPACT WINTER



L'inverno all'improvviso, come se già Canada non facesse già abbastanza freddo. Ma sai com'è, quando cade un meteorite, succede un casino e le temperature si stablizzano intorno ai -30° sopravvivere diventa un tantino complicato.
L'antefatto di Impact Winter è quello riportato in apertura: cataclisma, glaciazione istant, tutto sepolto dalla neve e dal ghiaccio. Voi siete sopravvissuti però insieme ad un poker di fortunati, rifugiati in una chiesa nella cittadina di Nelson, ormai devastata. Scopo del gioco? Resistere per 30 giorni in attesa dei soccorsi, contro la fame, il gelo, le malattie e i pericoli. Per far questo Jacob, il protagonista, dovrà avventurarsi in cerca di risorse e cibo all'insegna del più classico gameplay survival. La novità tuttavia è costituita dal fatto che la progressione questa volta è un po' più indirizzata rispetto al solito, con un sistema di quest utile per dare un ordine alle cose da costruire e upgradare. Ma soprattutto i giorni che ci separano dall'operazione di salvataggio, saranno indicati da un timer che diminuirà ogni volta che passerete di livello. Facendo cose raccoglierete Rescue Points insomma (i classici XP). Raccogliendo RP accelererete il countdown oltre a sbloccare una serie di skill utilizzabili dal gruppo, sempre chiuso alla base a dare il suo contributo. Wendy è una cuoca, Blane un survivalist, Christophe un tech expert e Maggie una tuttofare: con loro sarà quindi possibile migliorare l'outpost aumentando le chance di portare la pelle a casa, a patto di mantenere costante l'afflusso di razioni nelle riserve condivise e di avere un bel falò sempre acceso per non morire surgelati. L'umore è importante e dipende ovviamente dalle condizioni generale della truppa. Se troppo stanchi i vostri compagni potrebbero litigare o ferirsi lavorando, per esempio. Cose brutte, quando le medicine scarseggiano.



Il drone Ako Light è la risorsa primaria, indispensabile per trasportare tutto ciò che troverete ma anche per scavare nel terreno in cerca di tesori nascosti, utilizzando un radar speciale che indicherà su mappa location, punti di interesse e tutto ciò che potrebbe essere potenzialmente utile nell'avventura. Importante sarà mantenere l'amichetto volante sempre carico, evitando quindi di perdersi su una mappa infinitamente grande in mezzo a una tempesta che ridurrà drammaticamente la visibilità aumentando le probabilità di assideramento. Moneta di scambio nel mondo di Impact Winter è il seme (non quello che pensate voi). Scambiando semi con dei nomadi sempre in giro infatti, si potrà acquistare equipaggiamento raro o il preziosissimo C4, utile per far saltare portelloni ci camion pieni di suppellettili o per accedere ad un buon numero di aree ricche di loot altrimenti inaccessibili. Insomma, tornando un attimo al gameplay vero e proprio, dal survival non si scappa ma le novità sono parecchie rispetto ai classici del genere e questo è gran bene, dopo zilioni di giochi tutti uguali. Dal punto di vista tecnico, Impact Winter si difende bene, nonostante la presenza di qualche piccolo bug qui e lì (per piazzare la tenda, per la gestione dell'inventario...). Del resto dietro a Mojo Bones c'è Namco, mica uno qualsiasi. Lo stile è molto bello, ricorda vagamente The Flame in The Flood che è poi forse l'alternativa più diretta oggi disponibile su One (da poco anche su Xbox Game Pass). L'italiano non c'è, tutto in inglese (senza parlato). I dialoghi sono tuttavia a prova di idiota quindi vi basta la terza media alle brutte.

VOTO 8/10

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