[SERIE REVIEW] ASCENSION (S.1)



Un'astronave gigantesca, un viaggio lungo un secolo iniziato alla fine degli anni '50, una missione da compiere. E poi un omicidio che cambia tutto. Ma veramente tutto.
La Ascension è un'arca, una speranza per l'umanità, la chance di dare un futuro alla nostra specie su un altro pianeta. La Ascension è partita con la prospettiva di impiegare ben 100 anni per arrivare fino a Proxima, un pianeta come il nostro dove poter dare il via a un nuovo ciclo per la razza umana. Sulla nave, tre diverse generazioni di persone, 600 ospiti molti dei quali nati e cresciuti nello spazio da genitori che hanno lasciato alle spalle l'America di Kennedy, il razzismo e tutto il resto. La Ascension, però, è solamente una grossa bugia. Si perchè in realtà del viaggio, di Proxima e dell'infinito non vi è traccia: tutto fa parte di un colossale esperimento del governo allestito in gran segreto e gestito come in una sorta di Grande Fratello, in un mastodontico set popolato da ignari protagonisti. Ma qualcosa è destinato a cambiare dopo l'omicidio della bella Lorelei, con il rischio di far crollare tutto il castello di menzogne all'esterno. Un castello gestito da Harris Enzmann (Gil Bellows), responsabile del programma Ascension e regista di tutti gli avvenimenti che condizionano la vita dei diversi personaggi ogni giorno. La Ascension è anche lo specchio della società terrestre teoricamente abbandonata: ponti inferiori popolati dai meno abbienti con ruoli marginali nella società, ponti superiori per politici, ricchi e hostess (praticamente delle mignotte accompagnatrici per gli uomini più di spicco). Tutto è affidato ai computer (rigorosamente retro): dalla gestione delle nascite ai matrimoni combinati. Tutto è quindi in mano al buon Enzmann, al soldo della solita corporazione spietata in cerca di profitti. Questo gigantesco esperimento sociologico parrebbe comunque destinato al successo, nel momento in cui la piccola Christa (Ellie O'Brian) ha sviluppato dei poteri sovrannaturali, legati in qualche modo alla vicenda di Lorelai e alla sua morte.


L'azione è quindi sistematicamente su due fronti. Il primo all'interno dell'astronave, tra intrighi amorosi (tutti chiavano si accoppiano con tutti in pratica), la caccia all'assassino e le dinamiche sociali di questo microcosmo. Il secondo all'esterno, con il direttore alle prese con un'indagine volta a mantenere segreto l'intero progetto, ad ogni costo e la fuga di uno dei passeggeri, creduto disperso nello spazio dall'equipaggio e accusato in principio del crimine intorno al quale tutto ruota. Nel complesso, tanta roba. Non pensavo, veramente, si trattasse di un plot così interessante ma l'idea di SyFy, del resto, era quella di seguire le orme di Battlestar Galactica in un certo senso, iniziando con una miniserie come questa (solo 6 episodi) e aspettando un riscontro di pubblico tale da dare continuità al tutto (considerando anche il finale aperto a qualsiasi scenario). Menzione speciale per il culo della fu silona Viondra Denninger (Tricia Helfer), nei panni della capa delle mignotte organizzatrice delle hostess e abile manipolatrice di uomini e relativi destini. Insomma, uscitemi la seconda che è stata veramente una piacevole sorpresa. E voi dategli una guardata perchè pur essendo mediamente cervellotica proprio a livello di concept e con un Metacritic che non mi spiegosicuramente merita.

VOTO 8/10

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