[SERIE REVIEW] ORANGE IS THE NEW BLACK (S.1)



Un po' dramma, un po' commedia e un'altra esclusiva Netflix che ho recuperato, arrivata già alla terza stagione qui in Italia e addirittura alla quinta negli USA. La vita in un carcere femminile come non l'avete mai vista.
Orange is The New Black è la storia di Piper Chapman (Taylor Shilling), una rincoglionita svampita in procinto di sposarsi con il fidanzato Larry (Jason Biggs) che finisce in prigione da un giorno all'altro a causa della sua ex fiamma lesbo, trafficante di droga per conto terzi per la quale lavorava da corriere anni e anni prima. Una vita distrutta in un attimo insomma, con l'entrata di Piper nel penitenziario di Litchfield che fa da sfondo all'inserimento della protagonista, in quella che per un anno dovrà essere la sua casa. C'è da dire subito che la serie c'azzecca poco e niente con la più cruda Oz di HBO: meno violenza, più battute da comedy, personaggi meno pittoreschi e un po' più reali. Le detenute di Litchfield sono credibili e le loro storie lo sono altrettanto. Nel corso delle 13 puntate che compongono la prima stagione, verranno portate alla luce le vicende che hanno condotto ognuna delle tante ospiti della prigione, in una delle tante celle che fanno da cornice all'azione su schermo. Ci sono i gruppi ovviamente, perchè chiamarle gang sarebbe eccessivo: le bianche, le nere, le ispaniche, le russe. Ma anche le cristiane estremiste e le ebree. C'è poi una pletora di personaggi ben definiti e raccontati: l'ex atleta finita in disgrazia, la figlia di papà tossica, l'unta dal signore, la malata mentale, la vecchia finita in gabbia per aver ucciso un molestatore, la suora killer, la fattona, la malata di cancro. Ognuna con un background che si intersecherà in qualche modo con quello di Piper, contesa tra il fidanzato di cui sopra e Alex, la sua ex, arrivata pure lei a Litchfield in uno strano gioco di coincidenze dopo averla incastrata. Tra un triangolo amoroso, amori saffici, gag comiche ed episodi altalenanti in termini di qualità del plot, l'interesse si impenna verso la fine quando in effetti si switcha nettamente tra la paradossale comicità e la drammaticità degli eventi, che vedono Piper in un certo senso impazzire, dopo aver tenuto duro a lungo per conservare la sua normalità. Se ce la fate, meglio in inglese.



VOTO 7/10

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