[SERIE REVIEW] CASTLEVANIA (S.1)



Dracula, Alucard, i Belmont e tutto ciò che di magnifico il videogioco ha portato agli appassionati negli anni, finalmente anche in TV. Con Netflix. Cosa può andare storto?
Per cominciare, chiamare serie Castlevania fa abbastanza ridere. La prima stagione dell'opera ispirata a Castlevania III: Dracula's Curse è infatti un pilota di un'oretta e mezza spezzato in un poker di puntate che introducono un po' tutta la storia e ci lasciano quando le cose iniziano a farsi serie. Dracula vuole radere al suolo la Valacchia, colpevole di aver bruciato al rogo la moglie accusata di stregoneria, dopo un anno intero lasciato al clero e al popolo per redimersi. L'operazione comporta l'apertura delle porte dell'inferno sulla regione, con conseguente arrivo di mostruosità varie impegnate a fare a pezzi uomini, donne e bambini. Unica speranza della gente, il buon Trevor Belmont dell'omonima casata celebre per aver dimestichezza con la nuclearizzazione di vampiri e demoni vari. Ora, purtroppo, in esilio. Vado un po' controtendenza e se dal punto di vista artistico parliamo di una roba veramente top, che per gli occhi è una gioia, discutendo a livello generale l'avventura scritta da Warren Ellis si rivela un po' impastata, lenta, poco interessante. Avendo giocato il primo titolo nel 1989 qualcuno magari avrebbe potuto chiedersi come sarebbe stato in TV e la risposta è questa qui. Ma è una risposta un po' moscia per tutti gli altri che attendevano un qualcosa che si dimostra, in realtà, un'introduzione neanche troppo appassionante ad un'operazione che vedrà la luce nel 2018 inoltrato. Bello il doppiaggio, belli i dialoghi, belle (e cruente) le scene d'azione ma per il resto del minutaggio complessivo, si tratta di lunghe dissertazioni su religioni e peccaminose arti oscure meritevoli della censura papale. Tematiche un po' banalotte per quel che sembra, in fondo, un mix di cutscene prese da un videogioco e private dell'interattività nel mezzo. Per chi si domandasse ancora quale sarebbe la differenza tra i due media. Insomma, per il momento, rimandata a settembre. Anzi, al 2018.



VOTO 6/10

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