[SERIE REVIEW[ SILICON VALLEY (S.1-5)



Ci sono serie che si dimenticano un attimo dopo aver visto il finale. Ci sono serie che ti restano dentro per tanti motivi. Poi ci sono le serie perfette. Quelle che non sbagliano una puntata. Quelle che quando non ne hai più, ne vuoi ancora.
Game of Thrones, Boris, Shameless: completamente scollegate, con temi totalmente diversi e nessun punto in comune. Questo però è il primo trittico che mi viene in mente, parlando della cosa appena scritta sopra. Che sia fantasy, commedia, dramma conta poco: si parla di intrattenimento e gli esempi appena citati, per me, rappresentano il top del top. Da ieri posso parlare di un poker aggiungendo alla lista Silicon Valley di HBO, che avevo lasciato indietro alla fine della 4° stagione e che ho recuperato e terminato in mezza giornata. Beh, sarà il tema start-up a cui sono legato particolarmente per ovvi motivi, sarà per i discorsi tech (e videogiochi da un certo punto in poi) ma Silicon Valley è semplicemente un capolavoro imperdibile che per 46  puntate, nel peggiore dei casi, ti fa ridere fortissimo con picchi da lacrime agli occhi ben distribuiti durante tutto l'arco narrativo, in un crescendo continuo fino all'epica conclusione. Si parla della storia di un gruppo di nerd, con il sogno di creare un'azienda nella leggendaria zona che ha dato i natali ad Apple, Google e compagnia. In Silicon Valley quindi c'è tutto: incubatori, fiere, manager senza scrupoli, developer stupidi e meno stupidi, squali, finanziatori milionari e via dicendo. Personaggi anche caricaturati, per carità, perchè alcune situazioni sono anche un po' oltre la fantascienza ma la ciccia c'è tutta e per capire alcune dinamiche di come funziona, Silicon Valley a tratti assume quasi le sembianze di un documentario sul business e sul suo funzionamento che va ben oltre avere idee e fare prodotti.


Non per altro, lo consiglio ai miei studenti all'università, specialmente per quel che riguarda la comprensione della figura del Producer e dell'importanza della pianificazione e del mettere in condizione un team di lavorare al meglio. La storia di Pied Piper nasce con un algoritmo di compressione ed evolve, come i suoi meravigliosi personaggi, tra successi (pochi) e fallimenti (tanti) in una spirale satirica piena di momenti entusiasmanti tra brevetti rubati, scelte più o meno etiche, rinunce, bastardate. Picchi di bastardaggine, irriverenza, volgarità, cattiveria: non manca niente, grazie a un cast variegato di personaggi che rappresenta, in fondo, la costante battaglia tra il bene e il male, tra l'idealismo e la cruda realtà delle corporation e dei CDA, tra i compromessi e la mancanza di scrupoli. E poi ci sono i personaggi, uno meglio dell'altro, tutti perfetti ed esilaranti, tutti al posto giusto. Da vedere in attesa della nuova stagione già ufficialmente confermata. Niente Netflix per una volta: lo trovate su Sky o NowTV ovviamente.

VOTO 10/10

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