HELLBLADE: TENETEVI IL BEYOND, IO MI TENGO L'ENTERTAINMENT (NO, NON MI STA PIACENDO)



Io ci provo, lo giuro, con tutta la buona volontà. Ascolto, leggo, gioco e last but not least, sviluppo pure videogiochi, uno dei quali in tempi recenti era assolutamente in linea con i requisiti della categoria che da il titolo al topic. Però non ce la faccio, oh.
NERO il suo Drago D'Oro IVGA l'ha vinto eh, i suoi 9 li ha presi e ha fatto piangere pure un sacco di gente. Questi sono stati i feedback dell'epoca. Non ho mai nascosto che sviluppare un videogioco e amare il genere siano cose che debbano per forza di cosa coincidere, anzi. Per questo, qualche anno dopo, è nata Gamera dove, incidentalmente comunque, sto lavorando a una cosa che mi piace pure. Ma ripeto: è del tutto incidentale ed è stata un'operazione pensata come fattibile ed economicamente sensata. Comunque da quel 2014 le cose sono cambiate parecchio e di giochi emozionali ne sono usciti una valanga a più livelli. E sono arrivati anche i riconoscimenti per una categoria intera, per un genere. Quei giochi che vanno oltre il gioco insomma, che era poi il mantra del Kojima che fu con i suoi metaconcetti e metamessaggi di Metal Gear, che infatti è stato il primo a sfruttare una certa onda e ad aprire la strada a tutta una serie di scenari che oggi ci troviamo ad affrontare su base quotidiana. E il primo a rompere pesantemente le palle, aggiungerei, traumatizzato da un secondo capitolo in cui ho passato ore a guardare un monologo di un tizio impegnato a parlare con la sua mano. In ogni caso, come dicevo, uno ci prova pure però a prescindere dai gusti, perchè fa parte del gioco. Fresco di BAFTA quindi, con un pokerissimo di premi e la critica unanimemente allineata verso il capolavoro, ho ceduto all'acquisto di Hellblade: Senua's Sacrifice ora che è arrivato anche su One. Per chi non lo conoscesse: Ninja Theory, setting nordico, demoni, spade e mostruosità varie, in un contesto serio dedicato alle patologie mentali. Di base lo studio di sviluppo ha lavorato fianco a fianco con chi ha avuto disturbi veri e problemi veri, per sensibilizzare sulla materia tramite un'opera che restasse, comunque, un videogioco divertente e appassionante.


Ecco, se sono d'accordo su tutto quel che è legato alla produzione, veramente eccezionale, sul divertimento anche no. La prima ora nei panni di Senua, seppur inquietante tra le voci nel cervello, l'ambientazione, il lungo prologo è stata noiosa. Non so come dirlo in maniera carina ma questo è. Noia. E personalmente se dopo un'ora mi sto ancora domandando cosa devo fare e perchè, pad alla mano, c'è un problema grosso. Chiaro che non ci si debba aspettare un action adrenalinico ma, oh, così non va. Sarà magari un limite mio, sarà una questione di approccio sbagliato (non credo perchè ero psicologicamente preparato) ma se è adesso è trendy il Game Beyond Entertainment, il gioco ce lo devi mettere, sennò resta solo altro (tanto o poco che sia) e l'entertainment, che resta la componente più importante) va a farsi benedire per sempre. Sono sicuro che migliorerà, però per il momento resto freddino. Nel giorno in cui tra l'altro, grazie a Xbox Game Pass, ho provato Late Shift che, senza girarci troppo intorno, riassume il mio concetto di oltre il gioco per una questione molto semplice: è un film. Con dei bivi, con delle scelte, con 7 finali diversi a seconda delle decisioni prese. Ma è un film, dove l'interazione (consapevolmente) è limitata. Poi se vogliamo dire che oltre il gioco è un concetto slegato dalla fruizione (sbagliato) ma da ciò che il gioco stesso può lasciare, bene. Ma come sopra: il divertimento devi darmelo sennò hai comunque fallito. Comunque poi la rece a una certa la metto su. E sarà bellissimo.

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