[XBOX ONE REVIEW] STAR WARS: BATTLEFRONT



La delusione scorre potente in me anche se a dire il vero di Guerre Stellari me ne è fregato sempre talmente poco da dover precisare la questione sin da subito. Non ho mai sinceramente compreso il fanboysmo dietro una saga che si ha stravolto un paio di generazioni all'epoca ma che poi si è persa in quella mediocrità riconosciuta persino dai più radicali sostenitori dell'universo creato da George Lucas.
In ogni caso i giochi su Star Wars non sono sicuramente mai mancati e tra tie-in vomitevoli e commercialate varie, tanti capolavori hanno fatto la felicità del popolo del videogioco (da X-Wing a Jedi Knigth, passando per Knights of the Old Republic e Republic Commando che restano i miei preferiti). Battlefront è l'ultimo arrivo nel portfolio EA e prende forma partendo dall'ossatura di Battlefield e dall'esperienza di DICE in questo settore, dopo un annuncione in pompa magna e lunghe sessioni di beta che hanno portato alla release odierna, accolta in maniera tiepidina da stampa e giocatori. Per tagliare subito la testa al toro, diciamo che Battlefront è un gioco divertente, graficamente splendido e ben più ottimizzato rispetto agli standard di Battlefield (che è storicamente il prodotto che l'idiota medio compra ogni volta appena uscito per poi lamentarsi della poca ottimizzazione, per poi dire che non comprerà più, per poi invece ricomprare pure quello dopo al lancio e ricominciare il loop delle lamentele). Basterebbe questo in teoria per stare mediamente sereni ma in pratica di problemi ce ne sono diversi e in certi casi abbastanza fastidiosi. Va sottolineato come si tratti di un prodotto completamente incentrato sul multiplayer, senza una campagna single player soddisfacente, che lascia l'amaro in bocca specialmente sul discorso della progressione del personaggio e sul senso di reward che alimenta il giocatore medio a spingersi per ore e ore sui campi di battaglia resi celebri dalla pellicola.



Eppure di carne al fuoco ce ne sarebbe: schermaglie da 40 giocatori, duelli spettacolari nei cieli, AT-AT che spaccano tutto, Boba Fett con i suoi razzi, Luke Skywalker e Darth Vader che se le danno sulla luna boscosa di Endor, i deserti di Tatooine. Insomma, delle volte fermarsi a guardare cosa accade intorno, in un tripudio di effetti next-gen, è quasi meglio che giocare in Supremacy, Conquest o Assault. Naturalmente sarà possibile anche vestire i panni di eroi come Han Solo, Leia, Palpatine e via discorrendo, godendo degli incredibili poteri di classi esponenzialmente più forti di quelle normali, guidando gli attacchi agli avamposti nemici utilizzando dei power-up randomici così come i tantissimi (e piacevoli da guidare) mezzi disponibili per combattere. Chiaro che il bilanciamento in questo senso vive di espedienti: per distruggere un AT-AT per esempio, occorrerà chiamare un bombardamento a tappeto da parte di un Y-Wing che renderà vulnerabile ai colpi il gigante di ferro che potrà quindi essere abbattuto dalle truppe regolari. La soddisfazione in questo senso è tanta, con la sensazione di poter fare qualcosa di epico sconfiggendo un nemico apparentemente insormontabile. Più in generale, da ribelle, questo tipo di feeling migliora un po' le cose mentre da imperiale la vita è generalmente un po' meno appassionante. DICE ha eliminato le build di abilità standard, dando scelta più varia con un sistema di carte e power-up miscelabili a piacere. Livellando si sbloccheranno quindi armi e potenziamenti, oltre a diversi bonus in base alla quantità di uccisioni effettuate. Ogni turno concederà i crediti giocatore in base alla prestazione, e questi crediti potranno essere utilizzati per sbloccare le 24 diverse carte di cui sopra. Oltre a questo, le uniche altre opzioni che si ottengono giocando sono opzioni di personalizzazione come emote, acconciature e variazioni cosmetiche di diverso tipo.


Tornando per un attimo alla campagna single player, parliamo di poche misere missioni di addestramento con la possibilità tuttavia di utilizzare i vari eroi, oltre a un'opzione simil orda per variare un po', potendo comunque cimentarsi in cooperativa anche in split-screen oltre che online. Un piacevole diversivo che alla lunga aumenta il rimpianto per un qualcosa che sarebbe potuto essere realmente mastodontico considerando i valori di produzione in campo (parliamo di animazioni fantastiche, modelli eccezionali, sonoro galattico e via dicendo). Riassumendo: doveva trattarsi di un fan service di qualità e così è stato. Di bug se ne sono visti molto pochi rispetto a un Battlefield qualsiasi ma tolto l'entusiasmo iniziale, dopo una ventina di ore, chi cercava solo uno sparatutto e non un omaggio alla sua serie cinematografica preferita, scapperà nuovamente su Halo senza farsi troppi problemi

VOTO 7/10

No comments:

Post a Comment

Questo form è per dire la tua. Ricordati di registrarti con il tuo account Twitter/Google con un bel click sul colonnino a destra "Unisciti al sito". Pensa che è gratis e fa pure figo!

CONTACT ME

Name

Email *

Message *