LETTERA APERTA AL MIO AMICO LUIGI



Ho pensato lungamente, negli ultimi giorni, a questo post. Perchè parlare di lettera aperta fa un po' ridere, onestamente, quindi chiamo le cose con il loro nome, come dovrebbero essere. Quindi eccolo qui, il post, diretto a te, Luigi.
Ti chiamo Luigi perchè ho 40 anni, tu ne hai 32 e in fondo il M5S mi è sempre piaciuto anche e soprattutto per aver messo da parte quella forma, sempre senza sostanza, che ha massacrato questo paese da che ho memoria. Ti chiamo Luigi perchè, come sopra, Onorevole Di Maio riporta a un approccio istituzionale che, oh, non mi viene proprio. Per questo tipo di approcci, infatti, esistono persone molto più titolate di me, molto più pratiche del linguaggio della politica e molto più formali di chi, in fondo, è semplicemente uno sviluppatore di videogiochi. Quindi mi permetto di darti del tu, come farei con un (quasi) coetaneo, a parti invertite. Simpatico a pelle, magari. Sai quale è il problema, Luigi? Che è una decina di giorni che leggo sui social una serie di cose piuttosto antipatiche, relativamente a un tema che mi sta molto a cuore, perchè è il mio lavoro da 18 anni e anche buona parte della mia vita. Succede infatti che un Onorevole (stavolta il termine lo uso, maiuscolo, puoi chiaramente immaginare l'ironia), se ne esca improvvisamente con un pensiero profondissimo tipo "Sarà forte ma io considero i giochi elettronici una delle cause dell’incapacità di leggere, giocare e sviluppare il ragionamento. In casa mia non entrano". Un pochino esagerato, sì, però sai cos'è? In fondo un genitore, può pensare quel che vuole e far di casa sua e dell'educazione dei figli quel che vuole. Però ci pensi un attimo e realizzi che l'Onorevole, che di cognome fa Calenda, alla fine è coetaneo pure lui (anzi, pure di più, visti gli anni di differenza) e due domande te le fai. E poi sai cosa? Ti ricordi pure che l'Onorevole, prima di te, si occupava di quel Ministero che più di tutti ha in mano le sorti di un paese: il Ministero dello Sviluppo Economico.


E allora, oh, ci pensi un attimo e metti insieme i pezzi: il fu gran maestro del MiSE ha un'idea personale dei videogiochi, molto chiara e netta. Il MiSE, per l'industria dei videogiochi, non ha mai fatto nulla di buono. 2+2. Sì perchè la cosa meravigliosa di tutto questo è che dopo il tweet in parecchi si sono sentiti in dovere di rispondere a Calenda (l'ho fatto anche io), ma nessuno ha tirato fuori la questione più importante. Ci sono stati giornalisti (te li raccomando) e addetti ai lavori (più o meno) che si sono lanciati nello spiegare "la valenza culturale del medium" al Calenda padre. Come se A. fosse legittimo spiegare a un padre cosa fare dell'educazione dei figli B. fosse un compito nostro spiegare a qualcuno, un medium che nel mondo (civilizzato) ha la sua dimensione senza bisogno di aiuto, visto che parliamo di un qualcosa che racchiude al suo interno tutte le arti. E il corto circuito arriva proprio qui però, permettimi. Su quella sedia ci sei tu ora, Luigi. E mi auguro che si passi un momentino oltre l'ignoranza manifesta dell'Onorevole Calenda. Perchè di quello si tratta. Ho letto, in alcune sue risposte, una presunta apertura verso il nostro settore e presunti aiuti, arrivati nonostante la sua posizione personale. Beh, parliamo di fantascienza ovviamente, nella misura in cui nel resto del mondo fanno a gara per investire nel nostro lavoro, mentre qui si inizia a parlare di internazionalizzazione perchè si può avere un booth a una fiera all'estero, con lo sconto (fiere in cui chi deve andare va, da 100 anni, senza problemi e senza sconti). Comunque insomma, non vorrei dilungarmi troppo in passaggi inutili, perchè la questione è semplice: il Ministro dello Sviluppo Economico, non può essere un ignorante in materia. Non può ignorare un'industria che, come sopra, fanno a gara per finanziare. Angela Merkel ha parlato dei videogiochi come uno dei driver dell'economia tedesca per il futuro, durante la più importante fiera di settore in Germania, ad agosto. La più importante fiera di settore in Italia è stata aperta da DJ Francesco, alla sua prima edizione. Fatti un attimo due conti.


La Romania ha stanziato qualche giorno fa, 100M di Euro per lo sviluppo. UK, Francia, i paesi baltici e quelli scandinavi, hanno costruito poli industriali abnormi che muovono denaro e PIL con i videogiochi. I paesi slavi, 25 anni fa erano in guerra, ci passano a destra a 200Km/h e il Primo Ministro polacco ha regalato un videogioco ad Obama in visita, l'ultima volta, raccontandogli di una delle aziende più importanti del paese, cui è stato dedicato pure un francobollo speciale. Piccole cose. Ma neanche tanto. Avatar lo conosci? Il film di Cameron? Un successone, per carità. Il termine di paragone per incassi quando parliamo di cinema. Solo che 20 giorni fa è uscito sul mercato un gioco che si chiama Red Dead Redemption 2 che in un weekend ha polverizzato tutti i record di incasso della storia dell'intrattenimento. Rubando il primato ad Avatar? Ma no, ad un altro videogioco. Perchè cinema e musica insieme, non li fanno gli stessi numeri. Ecco, Luigi, il discorso è facile: sono secoli che si cerca un dialogo, in ogni modo, in ogni forma, con le istituzioni. E si torna a casa con tante promesse ma, stringi stringi, facciamo giochetti. Bene, questa ignoranza uno che sta seduto dove stai seduto tu, non può proprio permettersela, mentre il mondo va nella direzione opposta. Uno non può farci la cortesia di informarsi, vedere, capire, studiare. Uno, che sta seduto dove stai tu, non può essere ignorante in materia. Perchè il futuro va (anche e soprattutto) da questa parte qui. E uno che sta seduto dove stai tu, deve studiare come funziona: informandosi, vedendo, capendo. E poi oh, diciamocelo: se è la politica che ti interessa, qui ci sono i voti di un sacco di giovani che, stringi stringi, rincoglioniti e analfabeti come dice l'Onorevole, proprio non sono. Ci sono un bel po' di studi, di quelli che Calenda non ha letto, che dicono un sacco di belle cose sul tema. Chiudo con una precisazione: non voglio sbrodolarmi su quello che ho fatto e non ho fatto: in 18 anni mi sono occupato di tutto e nel development ho vinto premi, ho messo in piedi aziende che danno lavoro a tante persone e son tornato qui perchè un po' ci credevo. Per fare l'imprenditore. Sapendo che quello che io spendo qui, di tasca mia, al mio concorrente canadese rientrerà per metà in tasca dopo un anno con un bell'assegno passato dal Quebec, per dire. Qui continuo a essere uno che fa giochetti, fuori mi invitano a parlare, spiegare, raccontare. Insieme a persone che quando ero piccolo, erano i miei miti dell'infanzia, alla pari di un calciatore famoso. Persone che ogni volta ridono fortissimo quando gli racconto che abbiamo gli studi di settore, che un developer qui fa il metalmeccanico e che per aprire una società serve un notaio, si paga la Camera di Commercio, si paga depositare gli atti e via dicendo. Proprio oggi una persona mi ha detto "Un po' tipo andare da McDonalds e pagare per entrare, per stare dentro e per uscire. Senza contare il BigMac". Quindi facciamo che ci aiuti perchè è meglio per tutti: per la cultura, per il PIL, per te che sarai il primo ammiratissimo e geniale politico ad aver capito che il carbone, no, non è il futuro. Che dici? Buon lavoro, Luigi!

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